L’ultima fatica di Felicia Kingsley, Una conquista fuori, ha come protagonisti Dwight Faraday e Julia Villa. Lui è uno dei migliori agenti speciali dell’FBI molto abile ad andare sotto copertura, ricco di fascino, romantico e cuoco provetto, ma ogni giorno è una persona diversa e non ha un posto da chiamare casa. Lei è una ragazza tosta, determinata a guidare il ristorante di famiglia nonostante l’opposizione del protettivo e autoritario padre.
È odio al primo incontro e non aiuta il fatto che Dwight deve infiltrarsi per un’indagine nella brigata del ristorante italiano che appartiene ai Villa, sospettati di avere legami con la malavita di New York. Con l’alias di Romeo Corelli, è costretto a conquistare Julia per raccogliere le informazioni di cui ha bisogno, ma tra battaglie culinarie, provocazioni e sfide a colpi di fuori menù, l’agente cade nella sua stessa trappola, andando in crisi lavorativa e l’ostinata Julia si scoglie come il cioccolato fuso. Attenti, niente è come sembra.
Romeo e Julia piano piano arrivano ad abbattere ogni difesa dell’altro, si aiutano a crescere e a stare bene. Sono entrambi forti e divertenti, anche se a lei ogni tanto una randellata sui denti l’avrei data. Lui è perfetto, non riesco a trovargli un difetto: dolce, romantico, intenso, che sa cucinare e mangerebbe solo dolci. La passione che li travolge è ben descritta, non esagerata da far alzare la glicemia.
«Io so esattamente cosa sento: tu sei la mia città. Ricordi quando ti ho detto che pur avendo girato il mondo, per me la parte più bella era tornare a casa e che nessuna sensazione era paragonabile a quando, dall’oblò dell’aereo, vedevo New York? Ecco, io ora rivivo quella sensazione ogni volta che vedo te, Julia. Sei la mia città».
«E tu sei la mia».
La loro storia ci ricorda l’importanza di avere al proprio fianco una persona che ti sprona per prima cosa ad amare te stesso, prima ancora di esprimerti i suoi sentimenti e che ti aiuta ad accettare le tue fragilità, senza avere la pretesa che tu non le abbia.
«Non è questa, in fondo, la base dell’amore? Tenersi stretto l’altro nonostante i difetti perché se ne amano i pregi, e sentirsi liberi di essere sé stessi, senza maschere».
Anche i personaggi secondari sono ben delineati e risultano essere divertenti e fondamentali per i due protagonisti: Liza, l’amica/sorella che sembra frivola, ma che conosce Julia meglio di lei stessa; il capitano Bristol, un duro dal cuore tenero; Gualtiero che è iperprotettivo con la figlia, perché ha paura di perdere la sua bambina come ha perso la moglie e che conosce l’importanza delle seconde possibilità; la magnifica brigata del Villa’s, dei simpatici matti.
È una storia romantica, coinvolgente e frizzante fatta di momenti in cui si ride molto, che si alternano ad altri intensi, commoventi e che tratta temi importanti con tatto, leggerezza e serietà come la malattia della protagonista che la rende un personaggio realistico o il saper perdonare riconoscendo meriti e demeriti.
È un racconto di riscoperta, di chi si è e di chi si vuole essere, di accettazione del proprio corpo quando per un qualche motivo cambia, imparando ad amarsi di nuovo.
È molto scorrevole e fluido da leggere, anche se non prende il massimo dei voti, perché avrebbe potuto essere anche più corto, eliminando qualcuno dei tanti episodi descritti.
Il doppio punto di vista di Julia e Romeo consente al lettore di immergersi totalmente nella storia rilassandosi, divertendosi e commuovendosi.
P.S.: fa venire fame con tutte quelle ricette gustose.
