Recensione: Qualcuno in cui fare il nido di John Wiswell

Qualcuno in cui fare il nido è il romanzo d’esordio di John Wiswell, si tratta di un fantasy – horror che ha come protagonista Shesheshen, un mostro mutaforma tipo blob, capace di inglobare e organizzare oggetti estranei come ossa, rami e pietre, a suo piacimento. 

Questa creatura, cresciuta nella più totale solitudine, a parte la compagnia di un’orsa gigante dal manto blu chiamata Mirtilla, vive in una dimora abbandonata lontana dalla civiltà umana. 

Le sue giornate trascorrono tra uccisioni per mangiare e quelle per difesa personale, quando incauti cacciatori di mostri le si avvicinano troppo ed è proprio l’intrusione di un esiguo gruppo di umani a risvegliarla precocemente dal suo letargo. 

Per diverse vicissitudini, entrerà in contatto con Homily, una ragazza dall’animo gentile che curerà le sue ferite e la porterà al sicuro ignara della sua vera natura. 

Inizialmente avrebbe voluto divorarla, ma qualcosa nella giovane la attira. Shesheshen non prova empatia, né compassione, non le piace parlare, né stare in compagnia. La sua stessa famiglia ha cercato di ucciderla e questo l’ha plasmata in ciò che è. 

“È vero che, all’inizio, ti vedevo solo come il prossimo pasto. Avevo intenzione di farti del male. […] Ma le cose si sono complicate prima che potessi rendermene conto. Il tempo si muoveva in modo diverso quando ero con te.” 

Pian piano, la gentile e calda presenza di Homily fa breccia nella mente di Shesheshen (perché un cuore non ce l’ha), finché non capisce di volerla come nido per le sue uova. 

Ho fatto un po’ di fatica all’inizio a ingranare nella lettura, probabilmente perché non sapevo cosa aspettarmi. Il punto di vista è quello “alieno” di Shesheshen, un mostro che osserva gli umani e le loro stranezze. Leggere della sua diffidenza nei loro confronti, di come ogni azione avesse significati a lei estranei e di quanto si stancasse anche solo semplicemente parlare mi ha fatto sorridere.

È stato interessante pensare a come alcuni gesti possano risultare del tutto insulsi o inutilmente complicati.

“Da quello che sapeva della civiltà, tutti i bambini erano parassiti. Si supponeva che quella loro caratteristica dovesse piacere”

A parte le numerose descrizioni grottesche di come la protagonista riesca a sciogliersi e riformarsi con più o meno fatica in base alle situazioni, e che, ahimè, diventano monotone e ripetitive, rallentando la lettura. 

Un elemento che si poteva migliorare è il worldbuilding, per essere un fantasy devo dire che è il primo a non avere alcun riferimento a guerre, regnanti, storia e compagnia cantante. Tutto è solo vagamente accennato, come se Wiswell non ci avesse creduto abbastanza. 

Tuttavia la storia è coinvolgente, la scrittura di Wiswell è ricca di humor e spunti di riflessione su temi importanti come i rapporti tossici in famiglia, il trauma e le conseguenze dell’avere una bassa autostima. 

“Quanto avrebbe voluto allungare il braccio sulla sua spalla e tirarle su il mento. Quel mento non doveva mai prostrarsi, soprattutto non agli umani che avrebbero piuttosto meritato di morire schiacciati sotto agli zoccoli di un cavallo imbizzarrito.”

Se da un lato la natura mostruosa fa di Shesheshen la perfetta protagonista di questo fantasy-horror, dall’altro la sua umanizzazione, che pian piano si fa più evidente, leva quel pizzico di novità che l’autore aveva inserito. 

In realtà questo sarebbe un romantasy a tinte horror. Ho volutamente lasciato da parte la trama romance tra Shesheshen e Homily perché a mio avviso molto blanda, il rapporto che creano non mi è sembrato amore, ma più di un incontro tra anime sole e incomprese che si riconoscono. La loro relazione resta però funzionale alla trama principale perché è la forza motrice che porta la storia all’epilogo. 

“Eri sola, ma meritavi di stare con qualcuno. Io… Mi piaceva essere quel qualcuno. Non mi piace stare vicino a nessuno, di solito. A causa del male che potrebbero infliggere. Ma valeva la pena farmi del male per te. Ha senso?”

Se cercate una visione dell’umanità fuori dagli schemi, scene gore e violente e un antagonista davvero malvagio, allora Qualcuno in cui fare il nido fa al caso vostro. 

Ringrazio la Ne/On per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima.

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