L’attesa è un altro capitolo delle indagini Renée Ballard e Harry Bosch che uno dei maestri del thriller, Michael Connelly, ci regala dando vita a un mix di suspance e dettagli investigativi.
“Inoltre, ai membri del team veniva negato ciò che ogni investigatore desidera e di cui ha bisogno alla fine di un caso: l’opportunità di affrontare il male che si cela dietro l’omicidio.”
Ballard e Bosch lavorano in perfetta sintonia quando si tratta di cold case. Questa volta la detective ha scoperto una corrispondenza tra il DNA di un uomo appena arrestato e un assassino seriale scomparso vent’anni fa: lo stupratore delle federe. C’è un però: ha solo ventiquattro anni, quindi non può essere lui il colpevole. Da qui parte una caccia al killer a colpi di analisi genetiche, tecnologie forensi e pedinamenti delle persone legate in qualche modo al ragazzo. Non sarà facile provare che il padre del giovane abbia seminato il terrore tanti anni prima.
All’Unità dei Casi Irrisolti intanto si unisce Maddie Bosch, figlia di Harry, una poliziotta che sta cercando di uscire dall’ombra dell’ingombrante padre. Maddie sarà la chiave per risolvere un altro dei cold case da cui la città di Los Angeles aspetta una risposta, quello della Dalia Nera, e che potrebbe dare una svolta decisiva alla sua carriera.
Ci sarà anche un’altra indagine parallela alle altre due: da un “semplice” furto subito dalla stessa Renée, si arriverà addirittura alla scoperta di un gruppo terroristico che sta progettando una strage.
Con l’aiuto della sua squadra di volontari e soprattutto con il lavoro di Colleen Hatteras, un’esperta di collegamenti genetici, un po’ impicciona e invadente, Ballard deve districarsi tra questi tre casi. È determinata a portare a galla la verità su ogni cosa, dimostrando che non vuole arrendersi davanti a niente, neanche alla politica che proverà a metterle più volte i bastoni fra le ruote. È uno spirito libero forte e tenace che lotta con i demoni del suo passato e con quelli creati dall’oscurità dai tragici casi su cui indaga. Bosch con la sua esperienza le darà una mano per dare una svolta decisiva alle indagini, neanche la pensione e il cancro che ha scoperto da poco di avere lo fermano.
“Il fatto è che vedo sempre dei fattori scatenanti. Ho a che fare con famiglie che sono state sconvolte dall’improvvisa perdita di una figlia, di un figlio, di una madre o di un padre. Non importa chi sia, vedo la perdita e non guarisce mai. Vedo come quegli individui sono stati svuotati da ciò che gli è capitato. Tutti aspettano una conclusione di qualche tipo, una chiusura, ma dentro di loro sanno che non arriverà. E penso: perché lei non era così? Perché mi aveva abbandonata lasciandomi da sola ad affrontare quello che era successo? Perché non ha cercato di chiudere il ciclo?”
L’attesa è un thriller che parla del coraggio di portare avanti le proprie scelte nonostante tutto, della perseveranza, della necessità di dover fare i conti con il passato per poter andare avanti, della speranza di avere una risposta per trovare una sorte di pace.
Ho trovato i personaggi poco profondi, non mi hanno emozionato e non ho legato con loro. Volevo avere le risposte agli oscuri segreti che vengono portati alla luce a un ritmo frenetico, troppo direi, ma nulla di più. Il mosaico che viene man mano ricostruito è davvero intrigato e secondo me è stata messa troppa carne al fuoco.
Mi è piaciuta invece la descrizione delle varie scene, Michael Connelly è riuscito a fare “vedere” le cose oltre che leggerle, come se fossero un film. Lo stile usato ne L’attesa è asciutto e senza fronzoli nelle descrizioni che potrebbero distrarre dalle già complicate indagini.
