Recensione: La vendetta di Morgana di Sophie Keetch

La vendetta di Morgana di Sophie Keetch è il secondo volume della serie Il segreto di Morgana.

“D’un tratto udii la sua voce nella mia mente, profonda e appagata: una conversazione indolente tra polverosi raggi del sole e profumo di libri, quando il nostro amore era sbocciato di nuovo.

Quando un cavaliere perde la vita in terre lontane, i suoi cari chiedono di riaverne il cuore. Dicono che racchiuda l’anima.

E poi al lago, ammantati di felicità.

Alla mia morte, seppelliscimi qui, sotto questo salice piangente.”

Morgana è riuscita a scappare dal suo matrimonio infelice con re Uriens di Gore e si è rifugiata a Camelot da suo fratello Artù, il sovrano supremo di tutta la Britannia. 

Il monarca finalmente ha riconosciuto il suo valore e la sua intelligenza, annoverandola tra le fila dei consiglieri nonostante la società la veda come una proprietà degna solo di sfornare eredi. 

Non è però tutto rose e fiori. Con la regina Ginevra proprio non riesce ad andare d’accordo. L’ombra del marito continua ad aleggiare su di lei e infatti l’uomo vuole portarle via il figlioletto Ivano e come se non bastasse, Merlino le rende la vita difficile soffiando malignità nell’orecchio di Artù sul suo conto. 

Inoltre Morgana è insofferente ai rigidi ideali di corte che le tarpano le ali, vorrebbe vivere a modo suo, e quando qualcuno che appartiene al passato arriva a Camelot portando con sé ricordi e desideri mai del tutto spenti, il futuro che aveva programmato sembra sfumare nel nulla. 

“Guarda in che situazione ci troviamo. Non posso stare con mio figlio né pensare all’amore, perché sarò legata in eterno a un uomo che deploro. Non posso nemmeno concedermi un’avventura perché la regina considera il mio corpo di sua proprietà. Non abbiamo tempo per portare avanti il nostro lavoro e non posso neppure sfruttare le mie doti per aiutare le persone che non appartengono a un certo rango. Come se tutto questo minasse la lealtà che porto a mio fratello. Non è la vita per cui abbiamo lottato.”

Decide di scegliere la felicità in barba a tutte le convenzioni, mettendo se stessa al primo posto senza pensare fino in fondo alle conseguenze che sarebbero ricadute su chi le sta intorno. 

È sorella, madre, consigliera, amica e amante, una donna dalle mille sfaccettature e in questo secondo volume assistiamo alla nascita della Fata Morgana. I suoi poteri crescono a dismisura, neanche lei sapeva di avere a disposizione una magia elementale che dona senza distruggere, intrisa nel suo spirito come una splendida armatura.

È lei la protagonista assoluta della storia. Ginevra, Artù e Merlino sono tutti odiosi e fastidiosi, degli egoisti che pensano solo a se stessi. 

Sì, anche Morgana ha i suoi difetti, non è perfetta ma l’autrice è riuscita tratteggiarla in modo così realistico da renderla… umana, una persona buona che è stata ingannata, costretta a diventare altro. Percepisce le cose in modo diverso, usa il cuore, la sede dell’anima.

 “Ogni vita, nella sua interezza, è trascritta sul cuore, cosicché possa essere letta dopo la morte e rivissuta”.

Nonostante tutti gli ostacoli che la vita le ha posto davanti, è riuscita a risollevarsi in piedi e a trovare persone che credono ciecamente in lei, pronte a seguirla in ogni circostanza. 

Devo però dire che il libro è stato davvero troppo lungo, qualche taglio avrebbe reso più fluida la storia. Chissà come finirà il racconto della vita di Morgana, ricca di gioia e dolori, complicata, ma reale e autentica, spesso senza senso e in cui è riuscita a trovare la luce voltando un po’ le spalle al buio.

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