Recensione: La strega delle pietre di Anna Rasche

La strega delle pietre (The Stone Witch of Florence) è il romanzo d’esordio di Anna Rasche.

Siamo nel 1300 e Ginevra è una donna un po’ ribelle ma anche ingenua, che non esita ad aiutare gli altri senza pensare troppo a fondo ai pericoli del suo essere una donna non sposata, povera e istruita. Ha il dono di guarire i malati soprattutto attraverso i poteri nascosti nelle pietre preziose grazie all’apprendistato fatto da Monna Vermilia.

Sappiamo che i poteri delle pietre sono vari e meravigliosi quando invocati da chi è legato ai fili dorati invisibili.

Questa sua capacità però è vista dagli uomini bigotti dell’epoca come una maledizione e viene condannata come strega, mutilata e cacciata da Firenze. La sua colpa? Aver guarito molte persone. Il suo esilio dura quasi 10 anni, quando viene richiamata dai suoi precedenti aguzzini in una città completamente devastata e consumata dalla peste nera così come lo è quasi tutta l’Italia. È un pedina che può essere sacrificata. 

Ginevra accetta, convinta che finalmente la sua arte curativa verrà riconosciuta come tale, ma non è l’epidemia che deve debellare: deve cercare di risolvere un mistero. Con l’aiuto della sua collezione di pietre, dovrà rintracciare il ladro che sta saccheggiando le chiese di Firenze, privandole delle reliquie dei santi dal valore inestimabile che proteggono i fedeli dal castigo divino per non essere stati dei devoti cittadini. Tra religione e superstizione, se riuscirà a portare a termine la missione verrà riconosciuta come medico e non più come strega come le promette l’Inquisitore Michele, un uomo all’apparenza ingenuo. 

Ginevra è una donna che lotterà e sarà in grado di farsi valere in un mondo dominato dagli uomini che temono il suo potere e preferiscono zittire persone come lei relegandole nell’ombra. 

Lui rise ancora e poi cominciò a piangere e così fece Ginevra e si abbracciarono e piansero insieme per tutte le disgrazie che avevano superato nel tempo e per il peso di averle sopportate e per non essersi semplicemente arresi alla morte. Ma quando si separarono per dormire un casto sonno nell’erba profumata, riposarono sereni, come riposa chi sa di aver trasformato un nemico in amico.

L’autrice è una gemmologa e storica del gioiello e questa sua passione traspare nell’intero libro nella cura che ha messo nella descrizione delle pietre e delle loro proprietà. Così come nel lavoro di ricerca fatto per ricostruire i luoghi e le chiese di Firenze del XV secolo. 

Ho trovato questo fantasy storico strano ma anche divertente, aiutato dal tono leggero e scanzonato che richiama le novelle di Boccaccio (di cui sono presenti persino alcuni protagonisti). L’indagine di Ginevra e dei suoi improbabili aiutanti, personaggi secondari ben delineati che a volte le rubano la scena, è stata coinvolgente anche se bizzarra e dovuta soprattutto al caso. Belle le illustrazioni che hanno aiutato a capire meglio. 

Non è stato tutto rose e fiori. Il continuo andare avanti e indietro nel tempo con i flashback per farci sapere che cosa è successo alla protagonista è un po’ fastidioso. Il ritmo della lettura a volte è lento, spezzato da lunghi spiegoni ricchi di dettagli che distraggono dal mistero da scoprire. Il finale è stato troppo veloce rispetto a tutto il resto.

Lo consiglio a chi piace il fascino macabro di prendere con ironia e leggerezza le difficoltà che la vita ci pone davanti. 

Ringrazio la Ne/On per avermi dato la possibilità di leggere La strega delle pietre in anteprima.

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