Recensione: Finding Hope di Vanessa Genre

Finding Hope di Vanessa Genre è uno sport romance con qualcosa in più: una storia di sofferenza e rinascita. 

“Lui distrutto, fragile come non l’avevo mai visto, ed io che non ho mai smesso di provare qualcosa per lui, nonostante tutto.”

I protagonisti sono Thad Keller e Hope Preston. Si conoscono sin dal liceo, ma a un certo punto le loro vite hanno preso strade diverse. 

Per Thad il football è tutto, è un quarterback osannato dalle folle, ha vinto due Super Bowl e vive nel lusso e nella ricchezza. Purtroppo un solo istante distrugge ciò che lo definisce: un placcaggio brutale lo lascia paralizzato dalla vita in giù. Si sente spezzato, un uomo a metà e si rifugia nella sua villa nei boschi, lontano da tutto e da tutti, con la sola compagnia della sua rabbia e della paura di non avere più uno scopo nella vita. 

Ha però bisogno di assistenza medica e il destino vuole che venga chiamata proprio Hope. È un’ottima infermiera, forte e determinata a costruirsi da sola il suo futuro. Appena incontra Thad, tutto il male che il ragazzo le ha fatto in passato viene a galla, ma la vicinanza porta con sé anche altro. Dolore, tensione, rancore e attrazione si mescolano e confondono portando alla nascita, o meglio alla rinascita, di sentimenti forse mai sopiti del tutto. 

Thad però ha eretto un muro così alto intorno al suo cuore che è difficile da scalare, la convinzione di non meritare di essere amato in quelle condizioni porterà a delle sofferenze inutili per entrambi. Se il destino li ha fatti ritrovare, potrà mai dividerli? O forse una scintilla di vita riuscirà a fare il miracolo?

“E così restiamo qui, nel buio, come due naufraghi su una zattera in mezzo a un mare in tempesta.”

Come se non bastasse, a tutto questo si aggiunge un pericolo proveniente dal passato di Hope che costringerà Thad ad aprire gli occhi e fargli scoprire fino a che punto sarà disposto a lottare per la loro felicità.  

Finding Hope è una storia toccante, un viaggio nell’abisso del dolore e della sua lenta risalita verso la luce, ma la vicenda è davvero troppo ricca. I drammi si susseguono uno dopo l’altro senza respiro. C’è troppa carne al fuoco, compreso uno stalker che viene liquidato nello spazio di una pagina.

Purtroppo i personaggi non sono ben sviluppati e le ampie riflessioni che fanno sono spesso ripetitive e non contribuiscono alla loro evoluzione. Passano dall’amore, all’odio, all’amore, all’odio… in poco tempo. Anche il motivo della loro rottura al liceo è abbastanza banale, non così grave da giustificare la devastazione che ne è conseguita. Basta rivedersi per cancellare tutto?  

“La paralisi. Che schifo di giustificazione. Ma è la verità. Non sono abbastanza forte per ammettere di aver bisogno di lei. Non so se sono pronto a permettere a qualcuno di avvicinarsi così tanto da poter fare davvero male. E ora? Ora lei è qui. L’ho lasciata entrare di nuovo nella mia vita, anche se non l’ho mai meritata. E la cosa peggiore è che… la voglio. La voglio più di quanto abbia mai voluto qualcosa in vita mia. Ma non sono sicuro di potermelo permettere. Sono un uomo spezzato, letteralmente.”

L’amore è capace di vincere su tutto, compreso far tornare a vivere chi è diventato il fantasma di se stesso o ricucire un cuore che era stato ferito così tanto da rinunciare ai propri sogni. Solo che in questo libro lo sviluppo è stato costruito troppo in fretta, non ho provato quella commozione che un tema del genere avrebbe dovuto suscitare, forse leggermente verso la fine. 

Il doppio POV e i flashback del passato salvano un po’ la situazione facendo capire qualcosa in più, ma purtroppo la valutazione resta negativa. Avrebbe aiutato una maggiore lunghezza del libro, 200 pagine circa sono poche per una storia così ricca. 

Una cosa però l’ho imparata: mai smettere di lottare e di sperare. 

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