Recensione: Death Game di Joanne Bonny

Ormai sono in pieno mood halloween, dopo Lascialo entrare non ho resistito e ho iniziato Death Game di Joanne Bonny.

La protagonista di questo romanzo fantasy dalle tinte dark si chiama Ofelia, una diciassettenne bloccata in un sogno macabro da cui non riesce a svegliarsi, o almeno così crede all’inizio. A partire dall’ambientazione fuori dal comune, un hotel degli anni ’20, la situazione precipita quando il Concierge alla reception le chiede di compilare il modulo del check-in e di inserire la data della sua morte. 

È come ricevere una secchiata d’acqua gelida per Ofelia. 

«Sì, sei morta» conferma. «E non lo sei. Ti trovi sospesa tra i due mondi. Sei stata scelta per partecipare al gioco.»
«Il gioco?» ripeto, stranita.
«Il Gioco della Morte.»

Ben presto si rende conto che non si tratta affatto di un incubo, lei è la tredicesima giocatrice in un perverso gioco ideato dalla Morte. A guidare i tredici ragazzi nelle sfide in stile escape room estremo, la Direttrice, una donna misteriosa che li informerà delle regole in ogni prova.

Solo uno di loro vincerà, la ricompensa? La possibilità di tornare in vita.

I perdenti saranno divorati da un’orribile creatura che vaga nel seminterrato dell’hotel.

Davanti a me c’è solo morte, ignoto e oscurità, ma questa sera mi è concesso risalire in superficie e prendere una boccata d’aria.

La storia scorre via che è una bellezza, una pagina tira l’altra. Mi sono ritrovata alla fine con la voglia di averne di più. Il finale dolce amaro è perfetto. Ci sarà un sequel? Chissà, quello che so è che Death Game è un viaggio. Un percorso verso l’accettazione della morte, e perché no, farla diventare un’amica… o qualcosa di più.

Mi è piaciuta la crescita personale di Ofelia, di come sia riuscita a liberarsi del proprio guscio e scoprire la forza di battersi per se stessa e per gli altri, di trovare la sua voce. Di come pian piano e con determinazione non perda (quasi) mai la speranza di farcela.

E questo che diventerà la mia anima? Una macchia nera che non occupa né spazio né tempo, dimentica di tutto e di se stessa?

Le prove sono una più diabolica dell’altra, la mia preferita è stata la partita di basket, anche se il labirinto e il luna park mi hanno fatto perdere anni di vita. Il mio personaggio secondario preferito è Carlos, assurdo perché non gli avrei dato un soldo, secondo, ovviamente, a Dante, il misterioso ricciolino e interesse amoroso di Ofelia. 

Il rapporto tra i due ragazzi cresce lentamente, tra parole non dette e segreti il loro amore verrà messo alla prova in più di un senso. Fino al colpo di scena che sconvolgerà tutto. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto prendere a schiaffi entrambi per motivi diversi, ma ne è valsa la pena.

Death game di Joanne Bonny è stra-consigliato, vorrei dire molto di più, ma finirei per rivelare troppo e rovinarvi l’esperienza. Da leggere assolutamente.

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