Costanza Macallè è la protagonista di questa trilogia scritta da Alessia Gazzola: Questione di Costanza, Costanza e buoni propositi e La Costanza è un’eccezione.
“Noi viviamo nei ricordi degli altri in un modo che non riusciamo a prevedere, né immaginare; lui viveva nei miei a metà tra l’idealizzazione e l’anatema.”
La donna è un’anatomopatologa siciliana che si ritrova a fare la paleopatologa a Verona dove abita già sua sorella Antonietta. Non è da sola, con lei c’è la persona a cui tiene di più al mondo: sua figlia Flora, una pestifera pargoletta di 3 anni. E il padre? Non sa dove sia, l’ha incontrato solo una volta per una bollente avventura occasionale…
Il contratto con l’istituto di Paleopatologia della città veneta dura un anno e in quest’arco di tempo deve abituarsi al gelido inverno del nord, a dissotterrare vecchie ossa, spidocchiare antiche trecce, analizzare resti centenari, studiare veleni e soprattutto decidere di cercare dopo anni Marco, il padre di Flora.
La vita di Costanza evolve, non si sarebbe mai aspettata di trovare un uomo ancora così affascinante o che sarebbe stato un padre modello per la piccola… o di provare qualcosa di importante per lui. Marco dal canto suo ha il vizietto di tradire le sue partner, ma forse con Costanza deciderà di mettere la testa a posto?
Lei affronta le sfide che la vita le riserva con l’aiuto di Antonietta, la sorella che le copre sempre le spalle; i colleghi dell’Istituto, dopo un primo periodo di diffidenza, la accolgono a braccia aperte e soprattutto grazie alla sua forza di carattere e determinazione riesce a rialzarsi dopo ogni caduta. Infatti la sua costanza la premia e può tornare a fare il lavoro che desidera: il medico anatomopatologo a Venezia.
L’amore provato per la paleopatologia però non l’abbandona, in fondo svelare misteri del passato, servendosi di antichi resti, le è entrato nel cuore.
Mi è piaciuto molto l’alternarsi tra i capitoli ambientati nel presente e quelli nel passato. I tre diversi misteri che devono essere rivelati, due legati al Medioevo e uno su un’antica famiglia veneziana, ci vengono proprio fatti “vedere” attraverso le pagine scritte e non solo dalle ricerche degli studiosi.
Alla fine Costanza, con coraggio e determinazione, riuscirà anche a dipanare e svelare che cosa prova veramente il suo cuore.
I libri sono leggeri e ricchi di humor ma non mancano momenti commoventi.
“Ma non posso meravigliarmi, io so com’è, lo so per esperienza diretta. Il telefono che suona incessantemente, le premure della gente che vuol solo rendersi utile ma in realtà ti confonde, abbracci non richiesti, comprensione fasulla perché se non ci passi non lo sai com’è.”
L’intreccio delle storie è ben sviluppato e tiene alta la curiosità del lettore. Insomma è una trilogia da leggere tutta d’un fiato.
