Mino cane fortunato racconta la storia di Massi e Mino una coppia super famosa per i frequentatori dei social. Una storia che parla di un cane e della sua famiglia. Edito da Rizzoli.
Ero abbacchiato, preoccupato. Mi sono stretto a Massi, e lui mi ha fatto forza finché Giulia non è tornata, portando con sé la cucciola di casa. In quel momento è stato come ricominciare a respirare. Era andato tutto bene, eravamo di nuovo una famiglia.
Lo ammetto, ho iniziato a leggere il libro con l’errata convinzione che l’avrei demolito, insomma, chi non conosce Massi e Mino? Una delle coppie più chiacchierate sui social, c’è chi li osanna e chi li denigra, chi non accetta che un cane, perché sì, Mino è un American Bully, venga trattato come un bambino e chi approva, perché è questo quello che traspare sugli innumerevoli video su tik tok. Sembra quasi una congiura, non c’è modo di evitarli, sono davvero ovunque.
Ammetto anche che quando ho visto i primi ho pensato che lui fosse veramente scemo, un coglioncello qualunque che faceva siparietti pseudo stupidi con il suo cagnolone. Nonostante ciò ho continuato a seguirli, mi urtava tutto di Massi, il modo di parlare, il fingere continuamente di voler mangiare parti del corpo del suo cane, insomma, un cretino.
Poi sono iniziate le polemiche sulla sua vita, sul cane e sua figlia, ho letto in giro la sua storia, per niente rosea, avrei dovuto commuovermi e invece no, proprio ultimamente ho realizzato quanta cattiveria tossica si sia formata attorno a lui. Ho visto il reel in cui dichiara di voler chiudere con i suoi momenti pet-family-friendly, e poi l’uscita di questo libro, così, a sorpresa, non ci si può stupire se l’impressione è che fosse solo una bella operazione di marketing.
Così l’ho acquistato e l’ho iniziato con il massimo possibile dello scetticismo, già dalle prime righe risultava impossibile non paragonarlo a quello di un altro famoso di tik tok, Luca Gervasi e la sua Belen, ma poi ho realizzato che la differenza era davvero sostanziale.
Per quasi tutto il libro la voce narrante è quella di Mino, da cucciolo di pochi mesi a quello che conosciamo oggi, che ci racconta le sue avventure, le scoperte, l’amore da cui è circondato, ma anche dei momenti brutti delle aggressioni subite da altri cani, della paura e dei timori che lo assillano in situazioni per lui inedite.
Anch’io ho un cane e durante la lettura tra una risata e diverse lacrime mi sono chiesta se anche lui pensa e prova queste emozioni e di quante volte, nel caso, io abbia sottovalutato i suoi sentimenti. Oh non è che sono scema è chiaro che è tutto inventato, ma sicuro un paio di domande ti passano per la testa.
Questa è la storia di Mino, cane davvero fortunato e della sua famiglia, papà Massi, mamma Giulia e poi la sorellina Sophie. Dietro a tutto questo c’è lui Massimiliano Simari e la sua voglia di affrancarsi da un passato che lo vedeva già sconfitto.
Ho apprezzato molto la parte di Mino e molto di più quella in cui il protagonista “duezampe” si racconta e forse adesso tutti quei video che consideravo stupidi acquistano un sapore diverso.
Non certo perché conosco più dettagli, ma per quello che traspare e che non avevo mai visto, intuito forse, ma non mi ero mai focalizzata, Massi e Mino rappresentano l’amore, puro e bellissimo, si legge negli occhi di quel ragazzo dall’accento per me strano, dalla ritrosia di Giulia ad apparire spesso, dalla bellezza di Sophie e da quell’incredibile meraviglioso cagnolone. Questo è il ritratto di una famiglia felice, ed è molto bello.
Vorrei dire molto altro, ma non credo ce ne sia bisogno è lì, sotto gli occhi di tutti, la storia di due ragazzi che si incontrano, si amano e decidono di espandersi, prima con un cucciolo canino e poi con una umana, descrive la quotidianità di tutti i comuni mortali che attraversano momenti felici e altri meno, mi spiace solo per i commenti idioti di persone misere che proprio non capiscono che la vita non è solo 30 secondi di un video ma è molto, molto di più.
Mi è piaciuto tanto anche il messaggio intrinseco che si è voluto far passare, l’American Bully, come i Pitbull, i Rott e gli altri molossoidi sono un riflesso di come vengono cresciuti, non si può giudicare solo dall’aspetto, ma bisogna conoscere chi c’è dietro prima di tacciare qualsiasi “quattrozampe”.
E infine vorrei chiedere scusa a Massi per averlo giudicato troppo in fretta, sono esattamente come tutti gli stupidotti che gli danno contro solo perché non si comporta in modo convenzionale.
Il libro merita, anche solo per farsi due risate, certo se ami gli animali, scorre via fluido e veloce, perfetto da leggere in un pigro pomeriggio.
