Il Duca e io di Julia Quinn

Il Duca e io è il primo volume della saga dedicata a Bridgerton, quella da cui sono state tratte le prime tre stagioni televisive da Netflix.

La cosa importante erano i momenti in cui si trovavano quasi soli, in un certo senso lasciati liberi di fare ciò che volevano: una conversazione in un angolo, un valzer attorno alla sala. Daphne poteva guardare nei chiari occhi di Simon e dimenticare di essere circondata da cinquecento curiosi, smodatamente interessati a controllare gli sviluppi del corteggiamento.

Come altri milioni di persone dopo aver visto la serie della famiglia Bridgerton su Netflix ho deciso di capire in cosa differiva dai libri. Beh, si potrebbe dire in tutto e in niente, sicuramente non nella trama, perché quella è.

Dafne è ormai sul mercato matrimoniale da tre anni e nonostante qualche corteggiatore sporadico non è riuscita a trovare colui che le faccia battere il cuore.

Dall’altra parte abbiamo Simon Basset, Duca di Hestings, assolutamente contrario a qualsiasi relazione che termini con lui davanti all’altare, un bel disastro per i nostri futuri amanti.

Il collante tra i due è il Visconte, Anthony fratello maggiore di Dafne e migliore amico di Simon, inutile raccontare ciò che tutti abbiamo visto (almeno 2 o 3 volte) l’incontro scontro che da il là al matrimonio inizialmente imposto che però ben presto si trasforma in passione e arriva direttamente all’amore.

Tutto bellissimo, una coppia fantastica, peccato che il lui della situazione non si senta all’altezza della sua amatissima moglie, qualcosa del suo passato continua a tormentarlo creando un enorme problema alla nuova Duchessa.

Tra intrighi, segreti e una famiglia troppo invadente la vita dei due non sembra procedere bene, ma il sentimento che li unisce è abbastanza solido da riuscire a superare gli ostacoli, tutti, anche quelli che inizialmente sembravano insormontabili e… fine, abbiamo il nostro happy ending.

Trovo terribilmente difficile scrivere questa recensione, tranne qualche dettaglio ricalca la serie televisiva, certo, Julia lo ha scritto con quelli che erano i canoni estetici dell’epoca, quindi niente politicamente corretto, ma onestamente questo l’ho realizzato solo alla fine.

Quello che invece mi ha molto colpito è il carattere dei personaggi, il senso dell’umorismo di Dafne e l’apparente leggerezza del Duca, davvero una piacevole sorpresa.

Mi è piaciuto? Non lo so, complicato leggere qualcosa di già visto, di solito accade il contrario e lì il “ma no, non era così” sarebbe stato più facile da dire, ma è andata al contrario quindi posso onestamente confermare che mi ha divertito molto la serie cartacea proprio per la totale diversità dei caratteri dei protagonisti.

Lo consiglio assolutamente, una storia tra due persone che potrebbero essere normalissime se non avessero un titolo, una storia semplice, una coppia con momenti belli e altri meno, ma che riesce comunque a far sognare.

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