I Signori della furia di Angel Lawson e Samantha Rue

I Signori della Furia è il secondo volume dei Reali della Forsyth University edito da Virgibooks.

Ogni giorno qui è stato come un’angosciante altalena: oscillo da un Signore meno odiato all’altro.

Vorrei raccontarvi una storia, ambientata in una delle università più prestigiose, la Forsyth. Nella confraternita più importante del campus troviamo tre ragazzi, bellissimi come angeli, crudeli come demoni, e lei, la ragazza, la principessa che i nostri impavidi eroi sono pronti a proteggere con la loro vita. Le giornate trascorrono pigre, tra una lezione, un po’ di coccole e tanto sesso, tutti felici e contenti. Ehhh, no.

La casa della confraternita c’è, i tre moschettieri pure, la ragazza anche, ma niente coccole e giornate pigre.

Alla fine del libro precedente (qui), Story aveva scoperto che tutto quello che aveva subito fino a quel momento, dalla degradazione fisica, alla violenza e peggio ancora alla dolcezza era tutto parte di un gioco dove il premio in palio era l’unica cosa che ancora non aveva donato a nessuno. Ogni sua azione fatta spontaneamente con uno dei tre aveva un punteggio.

All’inizio se la prende con se stessa, come aveva potuto cedere al fascino di Tristian, alla dolcezza di Rath, alla brutale possessività di Killian? Con il tempo matura una nuova concezione di sé, capisce di aver sbagliato, non sono loro ad avere il potere, è lei, certo, fisicamente potrebbero schiacciarla, ma sa con assoluta certezza che non distruggerebbero mai il loro giocattolo, non sul serio.

Da qui parte il secondo volume, da questa consapevolezza ed è stranamente inquietante il modo in cui riesce a annientarli uno alla volta, senza che nessuno di loro sospetti di lei. In realtà non è affatto chiaro che cosa stia organizzando, ma quando alla fine mette in atto la sua vendetta tutto appare limpido. Che dire, brava Ciliegina, hai vinto!

Con i Signori però le vittorie non si festeggiano troppo a lungo e ben presto viene scoperta. Inutile dire che la punizione è dietro l’angolo.

Prima di andare avanti mi sento di fare alcune considerazioni, Story ha deliberatamente scelto quella vita, ok non sapeva del punteggio, ma di tutto il resto sì. Di fatto, sarebbe stata il giocattolino sessuale di tre ragazzi, ha firmato un contratto per ottenere proprio questo. Non era cappuccetto rosso sperduta nel bosco, lei era consapevole. Strana parola, vero? Soprattutto per tutto quello che abbiamo letto fin qui, ma è così, era consapevole. Non ho provato nessuna empatia nei suoi confronti, non mi sono mai dispiaciuta per lei, le motivazioni che l’hanno spinta sono per me inconsistenti. Di base è spontaneamente andata nella tana del lupo, perché un lupo ben più cattivo, almeno secondo lei, la stava braccando, e che cosa fa? Sull’onda dell’arrabbiatura manda una foto a questo stalker sconosciuto mostrandogli che quello che la rendeva diversa era andato, per sempre.

Ho invece apprezzato i ragazzi che già avevano dimostrato dei piccoli cambiamenti in positivo verso la fine del primo libro, qui stanno decisamente andando verso la luce, mentre Story sprofonda sempre di più nell’oscurità.

Arriva la punizione, dura, brutale, aberrante. Non siamo più di fronte a dei ragazzi, ma a delle bestie, quello che le fanno non si può nemmeno descrivere, ma la cosa più folle è la reazione della ragazza, ha davvero qualcosa che non va, o non si spiega.

Succedono tante cose in un libro di più di quattrocento pagine, ma il momento clou è il finale quando si capiscono. Sono tutti irrimediabilmente e profondamente sbagliati e solo insieme riusciranno a stare forse finalmente bene.

Per arrivare a questa conclusione però il processo è lento, loro si rendono conto che nonostante tutto la amano, e lo dimostrano lasciandola libera, lei di contro realizza che l’unica casa che abbia mai considerato tale è con loro e torna indietro. Sono tutti pazzi? Schizofrenici? Forse.

Ricordo ancora una volta che I Signori della furia non è per tutti e devi davvero leggere fino alla fine per renderti conto di provare, pur con una punta di vergogna, affetto per questi psicopatici. E che dire, finalmente i Signori hanno trovato la loro Signora.

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